Al Monte, Alessandro Mannarino chiude il nuovo tour in Sila

Alessandro Mannarino, nuovo Tour Corde 2015Non poteva che terminare “al Monte” il nuovo tour "Corde 2015" di Alessandro Mannarino. A Monte Curcio, per l’esattezza, dove il 13 settembre 2015 il cantautore romano chiuderà il suo #Corde2015, un tour che a partire dal 4 luglio toccherà 15 tappe lungo tutto lo Stivale.

Lo scenario è quello incantato di Camigliatello Silano dove un anno fa Vinicio Capossela ha radunato 2000 persone a 1800 metri di altezza per Il Concerto del Demone Meridiano. Una piccola Woodstock che probabilmente si ripeterà con il concerto di Alessandro Mannarino, anche esso inserito nel contenitore della Sila suona Bee. Mannarino è infatti da anni abituato ai grandi numeri, il tour estivo del 2014, Al Monte live, ha fatto registrare oltre 40mila presenze, successo bissato nei teatri.

Alessandro Mannarino, uno dei cantautori più amati di oggi. Nato a Roma nel 1979 inizia la sua attività artistica a partire dal 2001 quando, girando per l’antica suburra del rione Monti, si esibisce in session a cavallo tra il djing e il live acustico.

Approda presto alla radio e poi in televisione nel programma “Parla con me” di Serena Dandini grazie al quale viene conosciuto dal grande pubblico. Ha all’attivo tre dischi: Bar della rabbia nel 2009 e Supersantos nel 2011 e Al Monte nel 2014.

Nuovi arrangiamenti e nuovo spettacolo, protagoniste assolute, le corde, ovviamente. Le chitarre sono suonate da Tony Canto (già produttore artistico del cantautore), Alessandro Chimienti e Alessandro Mannarino. Nicolò Pagani al contrabasso. Francesco Arcuri, polistrumentista, suonerà il violoncello, la sega sonora, alcune percussioni e si occuperà della parte elettronica. Al violino, tamburo battente e voce femminile, Lavinia Mancusi. Gli strumenti a corde si appoggeranno sulle ritmiche del percussionista polistrumentista Daniele Leucci

Quello che cercherò di fare – ha raccontato Mannarino – sarà soprattutto far risuonare le Corde profonde degli spettatori, attraverso quei suoni organici e vivi che escono fuori dalle vibrazioni dei legni e di chi li suona. Uno strumento biologico, come una chitarra, un tamburo o un violino, somiglia molto a un corpo umano, teme il freddo e il caldo, parla piano e urla forte, sa cantare a piena voce e sa anche sussurrare. Questi pezzi di legno, pelle, corde si incastrano bene con gli esseri umani e sono strumenti in grado di tradurre meglio di altri l’anima in suono“.

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